Un nuovo approccio alla sclerosi laterale amiotrofica: proteggere gli astrociti


Le cellule della glia, componenti fondamentali del tessuto nervoso, oltre a scambiare informazioni con i neuroni, forniscono loro nutrimento e supporto.

Il gruppo di ricerca, guidato da Daniela Rossi dell'Università di Milano, ha scoperto come una classe particolare di queste cellule – gli astrociti – possa avere un ruolo determinante nella patogenesi della sclerosi laterale amiotrofica, aprendo anche nuove prospettive terapeutiche.
Lo studio è stato pubblicato su Cell Death and Differentiation.

Per molti anni si è pensato che questa grave malattia neurodegenerativa riguardasse unicamente i motoneuroni, le cellule del sistema nervoso deputate alla trasmissione degli stimoli motori alle fibre muscolari. Recentemente, però, si è visto che la perdita dei motoneuroni che caratterizza la malattia risente del contesto cellulare circostante: in particolare, le cellule della glia hanno dimostrato di essere attivamente coinvolte nel processo degenerativo.

Lavorando con modelli murini della sclerosi laterale amiotrofica, Daniela Rossi ha scoperto che una parte degli astrociti degenera a causa di un evento che nelle persone sane è assolutamente normale: l'interazione del glutammato, uno dei più importanti neurotrasmettitori del sistema nervoso, con uno dei suoi recettori. Nei malati di sclerosi laterale amiotrofica questo segnale sbagliato provoca la morte di queste cellule gliali: venendo meno la propria fonte di nutrimento e di supporto, anche i motoneuroni muoiono.

Nel topo, bloccando farmacologicamente questo recettore del glutammato non solo si è riusciti a rallentare il processo degenerativo degli astrociti, ma si è anche ritardato l’insorgenza dei sintomi clinici e migliorato l’aspettativa di vita.
Questo apre nuove prospettive terapeutiche, perché proteggere gli astrociti potrebbe rivelarsi un'altra alternativa per la cura della sclerosi laterale amiotrofica. ( Xagena2008 )

Fonte. Telethon, 2008 Neuro2008



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